Il confronto delle opere esposte percorre l’evoluzione della ricerca pittorica di Riccardo La Monica che, saturato lo studio dei soggetti celati eseguiti con la tecnica delle velature (dal 2009 al 2016), nell’ultimo periodo conferma il suo interesse per lo studio della luce e dell’ombra applicati all'oggetto panneggio, ma mostra un mutamento esecutivo volto al controllo e alla riduzione delle cangianze in favore di cromatismi pittorici maggiormente definiti.
I colori scelti come fondamentali nei suoi quadri: il bianco, il rosso e il nero, si mantengono costanti nelle ultime creazioni, ma l’artista governa l’incidenza della luce su di essi limitando le virtuose sovrapposizioni coloristiche per lasciare che le tinte si offrano con una maggiore purezza ‘primaria’, di cui l’intensità vira a seconda del punto di contatto della voluminosa forma ritratta con un dipinto bagliore di provenienza esterna al quadro, stabilendo un’assolutezza cromatica che incide su ogni elemento, collegato al panneggio, presente nell’opera. Così, i pochissimi ‘frammenti’ anatomici che compaiono nelle ultime tele, come le corde strette alle stoffe, assorbono lo stesso colore del panneggio-soggetto per mostrarsi come prolungamento di un cromatismo fondamentale diffuso o netto, deciso come reale protagonista dell’opera. Questo processo di acquisizione di ogni ‘parte’ condotto dal colore, rende questo stesso presenza forte e a sé stante. Una scelta che modifica la tecnica di realizzazione del dipinto spostando l’attenzione dell’artista dalle trasparenze e dalla sovrapposizione delle gradazioni cromatiche, quindi dalla tecnica precedentemente adottata per una classicheggiante restituzione del vero (fino al 2016), al desiderio di un accostamento controllato e distinto anche di diverse cromie, tradotte ora come divise parti di un unicum. Le numerose opere realizzate tra la fine del 2017 e l’inizio 2018 palesano questa intenzione mostrando drappi rossi e bianchi sovrapposti ma separati. Il nero profondo dell’ombra assume il valore di un segno che traccia un legame e, al contempo, un limite tra le parti dipinte. Il nero nelle opere di La Monica rappresenta una pausa che accompagna l’occhio verso la scoperta di ogni elemento altro che sta per unirsi al primo all’interno della stessa composizione, dal fondo ai soggetti in primo piano, mantenendo però intatta la sua altra identità e altra natura.
Questa intuizione determina un’evoluzione importante nell’ultima produzione dell’artista, conferisce all’ombra un valore significante rendendola potente medium espressivo che distingue e rafforza la presenza del soggetto in primo piano poiché ne delimita il perimetro, suggerisce il movimento e ‘scolpisce’ il volume evocando la presenza di un corpo sensibile e verosimilmente palpabile sotto i drappi dipinti.
Le opere di Riccardo La Monica sono solo l’apparente rappresentazione di un panneggio, esse liberano l’interpretazione, invitano ad immaginare cosa si cela sotto una simbolica stoffa mossa e avvolta da un nero profondo che esalta slanci, pause e cadute, assecondando gli inquieti moti del corpo di un pensiero.
Romina Guidelli