DAVID in marmo bianco, 1408-1409, altezza 191 cm, base 57,5 x 32.
Firenze, Museo del Bargello.
DAVID in bronzo, 1440 (datazione incerta), altezza 158 cm, diametro 51 cm.
Firenze, Museo del Bargello.
di Tiziana Todi
Donatello continua a stupirci… giovanissimo, poco più che ventenne, realizza il David in marmo bianco, quando già lavora per l’Opera del Duomo Fiorentino, opera destinata a un contrafforte della Tribuna esterna.
Il marmo nel 1495 viene acquistato dalla Signoria e collocato a Palazzo Vecchio, vista l’importanza che veniva attribuita alla scultura, simbolo libertario della Repubblica di Firenze dallo spirito indomito.
Tutte le opere giovanili di Donatello hanno pregi e difetti tipici di chi tenta di scollarsi dalle precedenti correnti. Il David in marmo ha le braccia troppo lunghe e richiami gotici, come pure richiami alla scultura classica, ma al tempo stesso sono già presenti dettagli anatomici realistici di cui Donatello arricchirà sempre le sue opere. David ha espressione, atteggiamento e posa fiera che lo descrivono come consapevole dell’elezione divina. Le incertezze riscontrate sono dovute alla ricerca di un maggiore effetto dinamico e saranno presto superate in opere successive, fino alla perfezione del San Giorgio (1415/17).
Il David in bronzo è realizzato da Donatello in una fase più matura, nel 1440 circa ( anche se gli studiosi non concordano e la si può collocare tra il 1427 e il 1460). Fu commissionato da Cosimo de Medici e destinato al cortile del Palazzo, in una collocazione più privata, questo spiega lo stile e la differente iconografia. Opera forse più celebre dell'artista, è l'emblema dell'intero Quattrocento italiano, densa di significati non tutti completamente svelati. Dai tempi dell'antica Roma è il primo rilievo a tutto tondo di un nudo, inteso come opera a sé stante, libera da elementi architettonici.
Qui David ha gli attributi dell’eroe biblico che ha ai suoi piedi la testa di Golia, ma anche della divinità greca di Mercurio, che richiama le attività commerciali della famiglia de Medici, nella sua iconografia dai calzari alati.
Con il petaso (cappello tipico dei pastori), i capelli lunghi fluenti sulle spalle, David viene rappresentato con il giovane corpo nudo ed i calzari fino al ginocchio, nella mano destra regge una spada e nella sinistra un sasso, lo sguardo assorto ma consapevole, viene descritto in tutte le sue sfumature psicologiche.
Tra il primo e il secondo David vi sono molte differenze. Il marmo ha il capo scoperto, lo sguardo rivolto allo spettatore, la veste drappeggiata che ricorda gli antichi eroi classici, celebrati per le loro grandi imprese. Il nudo, che richiama le statue della classicità, è simbolo di forza e valore e al tempo stesso rivela la vulnerabilità di un corpo pur perfetto.
Le due opere sono unite dal loro più profondo significato, esprimono la forza del più debole e gracile che con umiltà e coraggio, usando le armi a sua disposizione, si ribella ai soprusi ottenendo la vittoria. Entrambi hanno un’immagine sinuosa, morbida, ma esprimono comunque forza di volontà. Il bronzo che sappiamo trovarsi nel cortile di casa Medici nel 1469, fu portato dai rivoltosi durante la cacciata de Medici nel 1495 a Palazzo Vecchio, come simbolo di libertà repubblicana.
Nel 1555 Cosimo I riappropriatosi della scultura la fece collocare sulla facciata esterna di Palazzo Pubblico, e dopo vari spostamenti all’interno del Palazzo, fu portato agli Uffizi nel 1777. Alla creazione del Museo del Bargello nella seconda metà del XIX trova la sede definitiva, posto su una base quattrocentesca.
Entrambi i David sono attualmente nello stesso Museo, ma naturalmente il David in bronzo è quello più famoso e riconosciuto in tutto il mondo, divenuto anche un ambitissimo premio cinematografico.
La simbologia del David di Donatello
Donatello realizza il David su richiesta di Cosimo de’ Medici per celebrare la vittoria ottenuta dai fiorentini sui milanesi nella battaglia di Anghiari del 1440. Il David ha quindi anche un significato politico: la vittoria contro il gigante è il simbolo della vittoria di Cosimo sui suoi avversari.
La statua di David comunemente viene interpretata come la sfida biblica tra il combattente Golia dell’esercito filisteo del sovrano Achish di Gath e il pastore David. La vicenda narrata nella Bibbia si colloca circa nella metà del X secolo avanti Cristo e fu scritta nel primo libro di Samuele 17. Il giovane identificato come il futuro re giudeo David è infatti in possesso dei simboli che lo rappresentano. Si tratta della pietra con la quale uccise Golia tramite una fionda. La mano destra stringe la spada che il giovane utilizzò per decapitare il gigante. Infine in basso si trova la testa decapitata sulla quale il David si erge vittorioso.
La nudità del giovane eroe oltre a rimandare alla classicità rappresenta sia l’umiltà e il coraggio che sconfiggono la forza bruta del superbo, sia colui che non ha bisogno di armatura perché è protetto dalla volontà di Dio. David, il giovane pastore biblico che sconfigge il gigantesco Golia liberando dall’oppressione il popolo ebraico, era un tradizionale simbolo di libertà particolarmente sentito a Firenze. Secondo altri però David è il dio romano Mercurio, il messaggero degli dèi: il giovane indossa infatti un copricapo molto simile al “pètaso” indossato dal dio Mercurio e i calzari alati. Secondo la mitologia Mercurio uccise Argo Panoptes per liberare Io, la sacerdotessa desiderata da Giove e rinchiusa dalla gelosa Giunone in un giardino. Pertanto la statua ha gli attributi sia dell'eroe biblico (la testa di Golia ai piedi, la spada) simbolo del trionfo della ragione sulla forza bruta e sull'irrazionalità, sia del dio Mercurio (i calzari alati), dio dei commerci (l'attività della famiglia Medici) che decapitò Argo Panoptes, il gigantesco pastore dei cento occhi.
La luce che scivola sulla superficie bronzea del David scolpisce le forme e mette in risalto le decorazioni dei gambali, la pelle liscia e levigata del corpo del giovane eroe, le ciocche ondulate dei capelli e la fisionomia del volto. In alcune parti, come sui pettorali le fasce muscolari sembrano esili, sul ventre invece si notano già addominali sviluppati. David esprime la potenzialità della forza in un corpo che sta crescendo.
La composizione della figura è impostata su due linee curve che si contrappongono tra loro equilibrandosi: quella ascendente, che dalla gamba sinistra sale verso il capo di David; quella rivolta verso il basso disegnata dall’arco delle spalle e dalle braccia. La figura è dunque attraversata da un senso di movimento grazie alla posa leggermente arcuata e al lieve sbilanciamento del corpo sulla gamba destra, ma anche dal sorriso appena accennato del giovane eroe. Il volto di David è rivolto leggermente verso il basso sembra proprio esprimere il sentimento di chi umilmente e quasi incredulo ce l’ha fatta. Ha compiuto un’impresa colossale. E lo sguardo è consapevole di questa sua impresa e ne è orgoglioso. Però al tempo stesso se lo si guarda attentamente trasmette la sensazione di superiorità e malizia di un adolescente.
La veduta di profilo della scultura permette di ammirare il caratteristico elmo a punta, mentre la veduta posteriore mostra tutta la sensualità androgina del corpo di giovinetto. L’originalità è che nessuno prima di allora lo aveva rappresentato come un adolescente dal corpo esile, efebico ma armonioso e leggero, con una postura fiera, rilassata e disinvolta allo stesso tempo.
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