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La Fornarina di Raffaello

Dipinto a olio su tavola (87x63 cm), databile 1520 circa, Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini, Roma


La Fornarina è un’opera che per secoli ha fatto parlare di sé, sia per il titolo, che vede protagonista la figlia di un fornaio di Trastevere (identificata come Margherita Luti, amata da Raffaello), sia per il dubbio che fosse realizzata a quattro mani. L'opera rimase nello studio di Raffaello fino alla morte e da ulteriori approfondimenti pare che sia stata realizzata in più riprese e forse con il contributo di Giulio Romano. Certamente si può notare differenza tra il capo e il corpo della modella.



Caterina Nobili Sforza di Santa Fiona è stata con certezza la proprietaria nel 1595, si evince da una missiva che il vice cancelliere Corasduz scrive dell’opera dal titolo la Fornarina, all’imperatore Rodolfo II. Alla morte della contessa nel 1605, l'opera passa nella collezione di Giovanni Boncompagni, Duca di Sora, dove sarà notato da Fabio Chigi che di lei scrive “non admodum speciosa“ ed acquistato in seguito dai Barberini, citata nei loro inventari dal 1642.


Alcuni studiosi hanno confrontato la fisionomia con altre modelle dipinte da Raffaello nel Trionfo di Galatea, la Velata o la Madonna Sistina ed è evidente che la modella sia sempre la stessa.

La giovane donna è a seno scoperto, siede rivolta a sinistra e lo sguardo rivolto a destra che guarda al di sopra dell’osservatore. Il velo trasparente copre parte del corpo ed è sorretto sotto al seno , dalla mano destra, sulle gambe è posato un mantello rosso.

L'opera è firmata sul bracciale della donna: RAPHAEL VRBINAS, quasi come un suggello d'amore. Sicuramente il ritratto di discinta seminudità doveva essere destinata a una collezione privata e lontana da sguardi indiscreti.


Il turbante è di seta dorata con le righe verdi e azzurre annodata tra i capelli, la spilla con due pietre preziose incastonate, il pendente di perle, sono gioielli che troviamo anche in altri dipinti di Raffaello.

Nello sfondo costituito da un folto cespuglio di mirto sacro a Venere, appare la figura della donna con una dolce sensualità rotonda, illuminata dalle luci dirette e fredde provenienti da sinistra. Giuliano Pisani, attraverso i suoi studi ipotizza che Raffaello ritragga nella Fornarina, la Venere celeste, l’amore che eleva gli spiriti alla ricerca della verità attraverso l’idea sublimata della bellezza, e che si distingue dall’altra Venere, quella terrestre, forza generatrice della natura, che guarda alla bellezza terrena e ha come fine la procreazione. Alla Fornarina corrisponderebbe in tal senso la "Velata", identificata come Venere terrestre, sposa e madre.

Anche se è ben visibile la disparità pittorica del corpo della Fornarina, l’intrigante personaggio ci fa sognare l’amore di Raffaello per Margherita Luti al tempo di Papa Leone X e resta una delle opere più ammirate di sempre, come tutte le sue opere, fonte di studio per diversi secoli specialmente per gli studenti delle Accademie.

La simbologia de "La Fornarina"


Facendo un passo indietro fino al medioevo (o forse anche prima), con “fornarina” e termini simili (come “forno”, “infornare”) tradizionalmente si alludeva all’organo sessuale femminile. La donna ritratta da Raffaello potrebbe dunque essere la rappresentazione della Venere Terrestre, la quale è il simbolo della bellezza terrena e che ha per obiettivo la riproduzione. Il ritratto è impregnato di carnalità e sospensione, realtà terrena e carattere trascendente.


Lo sfondo alle spalle della protagonista, a prima vista, potrebbe sembrare totalmente nero, ma nella parte alta dell’opera si vede il contorno di un cespuglio. Si tratta di un cespuglio di mirto, la pianta sempreverde dedicata alla dea Venere, simbolo di fedeltà e di amore eterno e un ramo di melo cotogno, simbolo di fertilità e amore.


Il gioiello nuziale che porta tra i capelli (simile a quello de “La Velata” tanto che si pensa siano la stessa persona dato che le due donne si somigliano pure) è simbolo di un patto d’amore segreto, di un matrimonio mai celebrato tra Raffaello e la donna.














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